Prostituzione e violenza
Il 1 maggio, nei pressi del
mercato ortofrutticolo di Nocera Inferiore, è stata assassinata Gorizia Coppola,
una donna che praticava la prostituzione. L'hanno accoltellata due giovani
clienti di 18 e di 23 anni che giudicavano
intollerabile il suo rifiuto di consumare un rapporto sessuale gratuito a tre.
[1]
Due clienti violenti, autori
di femminicidi. Non gli unici.
Nella stessa zona, nell'agosto
del 2016 è stata uccisa Nikolova Temenuzhka, nel 2010 Santina Rizzo,
nel 2014 Maria Ambra, nel 2015 Alina Roxana Ripa e Mariana Tudor
Szekeres. [2]
Non si tratta, ovviamente, di un
fenomeno limitato al nocerino.
Il 25 marzo 2017 a Bologna la
trentenne Ana Maria Stativa è stata assassinata da un cliente abituale che non
voleva che se ne tornasse in Romania a trascorrere le vacanze di Pasqua. E'
stata uccisa nella sua abitazione. [3]
Il 9 aprile, invece, a Lodi la
colombiana I.A.C. di 65 anni è stata uccisa da un cliente che pretendeva gli
fosse applicato uno sconto su una prestazione sessuale di 20 euro. L'uomo era
già stato denunciato alla polizia in passato per maltrattamenti in famiglia.
Due anni fa la moglie si era rivolta alle forze dell'ordine dopo essere stata
picchiata e aver assistito a soprusi esercitati sui figli. Proprio per questo
la donna aveva deciso di separarsi dal marito. Anche
I.A.C., come Ana Maria Stativa, è stata accoltellata nel suo appartamento. [4]
L'idea che la pratica della prostituzione indoor (al chiuso) sia sicura, esente dal rischio di incorrere in gravi forme di violenza, è, infatti, smentita dai fatti, così come la convinzione che il regime giuridico della regolamentazione sia in grado di garantire condizioni di maggiore sicurezza a chi la esercita.
L'idea che la pratica della prostituzione indoor (al chiuso) sia sicura, esente dal rischio di incorrere in gravi forme di violenza, è, infatti, smentita dai fatti, così come la convinzione che il regime giuridico della regolamentazione sia in grado di garantire condizioni di maggiore sicurezza a chi la esercita.
L'anno scorso nel breve periodo
compreso tra il 6 ottobre e l'11 novembre in Germania sono state assassinate
quattro donne in condizione di prostituzione. Gli omicidi sono stati perpetrati
in un sex club, in un appartamento-bordello e su un camper. Tre delle donne
assassinate erano migranti, proprio come quelle uccise nel nostro Paese. [5]
Al chiuso si commettono non solo
femminicidi, ma anche altre gravi forme di violenza nei confronti delle
prostitute. Ho già affrontato il tema in numerosi post. Qui riprenderò
brevemente la questione, fornendovi qualche altro dato.
In Nuova Zelanda, il cui modello è
tanto celebrato dalle nostre parti, la regolamentazione della prostituzione non
ha prodotto alcuna riduzione della violenza nei confronti di chi la pratica. Secondo il rapporto redatto dal governo nel 2008 “la maggioranza
delle sex workers intervistate ha sostenuto che la decriminalizzazione della
prostituzione poteva fare ben poco per ridurre la violenza esercitata” nell’
ambito dell'industria del sesso. [6]
Nel
corso di un solo anno, nel periodo successivo alla regolamentazione, il 37,5%
delle donne che si prostituiscono nei bordelli di questo Paese e il 29,1% di
quelle che lo fanno nella propria abitazione ha subito coercizioni, è stata
cioè costretta ad avere rapporti con clienti che non desiderava. [7]
Nel
2001 uno studio condotto da Church ed altri studiosi in tre città della Gran
Bretagna ha rivelato che oltre un quarto
delle donne che esercitavano la prostituzione indoor aveva subito violenza dai
clienti nel corso degli ultimi sei mesi. [8]
Un'altra
ricerca effettuata a Londra da Kinnell ha registrato 385 episodi
di violenza commessi dal 2000 al 2005
nei confronti di 454 donne che si prostituiscono in spazi chiusi. Si trattava
soprattutto di aggressioni sessuali (27%) e di rapine (63%) [9]
Ad
essere colpite in misura grave dagli abusi sono anche le escort. Occupare la
fascia gerarchicamente più elevata della prostituzione, infatti, non rende
immune dalla violenza.
Una
ricerca condotta da Alison Phipps sui messaggi online ricevuti dall'organizzazione
inglese Support and Advice for Escorts fra il 2007 e il 2009 ha consentito
di registrare 118 episodi di aggressione subiti dalle escort di questo Stato.
Il 25% di loro è stata vittima di violenza fisica e sessuale, il 25% di rapina,
il 30% di violenza fisica, di molestia sessuale e di stalking. Solo il 15%
degli atti di aggressione sono stati denunciati alla polizia. [10]
Alla
luce di questi dati (e avrei potuto riportarne anche altri) mi sembra alquanto
azzardato equiparare la prostituzione a qualsiasi altro lavoro, come la cura
dei bambini o il servire cappuccini in un bar. Nessun cliente ha mai ammazzato
una barista perché non gli praticava lo sconto sul prezzo di una tazzina di
caffé e nessun bimbo, per quanto pestifero, ha mai stuprato la babysitter.
E'
accettabile - vi chiedo - un lavoro come la prostituzione che comporta rischi
così gravi di violenza per chi la pratica? E
davvero essere femministe significa difenderne i clienti?
NOTE
1. http://www.ilgazzettinovesuviano.com/2017/05/07/pagani-omicidio-della-prostituta/
2. https://www.liberopensiero.eu/2016/08/23/in-aumento-le-prostitute-uccise/
3. http://bologna.repubblica.it/cronaca/2017/03/26/news/prostituta_uccisa_a_bologna_confessa_un_cliente_non_volevo_andasse_via_-161475428/
4. http://milano.repubblica.it/cronaca/2017/04/10/news/lodi_prostituta_uccisa_un_fermo-162630928/
5. Zobnina, Anna "Women, Migration, and
Prostitution in Europe: Not a Sex Work Story," Dignity: A Journal on Sexual Exploitation and Violence: Vol. 2: Iss. 1, Article 1, 2017, p.4 http://digitalcommons.uri.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=1015&context=dignity
6. New Zealand Government, Report
of the Prostitution Law Review Committee on the Operation of the Prostitution
Reform Act 2003, 2008, pp. 14 e 57 http://prostitutescollective.net/wp-content/uploads/2016/10/report-of-the-nz-prostitution-law-committee-2008.pdf
7. Ibidem, p.46.
8. Stephanie Church, Marion Henderson, Marina Barnard, Graham Hart, Violence by clients towards female prostitutes
in different work settings: questionnaire survey, in <<British
Medical Journal>> Vol..322, marzo 2001, pp.524-525 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC26557/
9 Hilary Kinnell, Violence and Sex Work in Britain, Willan Publishing, UK, pp. 118 e
121
10. Alison Phipps, The Politics of
the Body, Cambridge, Polity Press, 2012, cit. da Id., Violence against sex workers, in Lesley McMillan and Nancy Lombard,
eds., Violence Against Women, London,
Jessica Kingsley Publishers, 2013, pp.87-102. Il saggio è consultabile online al seguente indirizzo: https://core.ac.uk/download/pdf/9836263.pdf
Il dato che ho riportato è a pag. 7 del file Acrobat.
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