mercoledì 11 febbraio 2015

L'istituzione delle zone a luci rosse: guerra alle prostitute


Al progetto di istituire una zona a luci rosse nel IX Municipio di Roma, il Corriere della Sera dedica un articolo che si configura come rappresentazione e costruzione di una vera e propria guerra alle prostitute, descritte come un esercito di soldati sconci ed osceni.

I termini e le espressioni usate in Viaggio nel mercato del sesso 

sono, in larga misura, riconducibili al campo semantico delle operazioni belliche.
" La bomba è ormai scoppiata e il piccolo municipio stremato dell’Eur (il IX) ha dichiarato ufficialmente guerra alla prostituzione (18 strade su 30 invase h24 dal mercato del sesso) con l’annuncio di creare dal mese di aprile una zona franca a luci rosse, per ridurre il danno ma in compenso liberare il resto del quartiere assediato" scrivono gli autori dell'articolo.
E ancora: si tratterebbe di "arginare il fenomeno dilagante" rappresentato da "un esercito composto per il 65 per cento da donne (in gran parte rumene e nigeriane), per il 30 per cento da transessuali (brasiliani in primis e poi colombiani e argentini) e per il restante 5 per cento da uomini (rumeni e nordafricani)". "Si fa avanti prepotente la concorrenza delle cinesi e delle bengalesi". "Mentre sta per cominciare un’altra notte da incubo, Paolo Lampariello, dell’associazione di cittadini “Ripartiamo dall’Eur”, confessa candidamente: «Io sono di destra, ma oggi mi ritrovo volentieri insieme al presidente del mio municipio, Santoro, del Pd...». Già, tutti uniti appassionatamente, in questa guerra che però è senza vinti né vincitori".
Guerra che le donne che si prostituiscono e i transessuali combatterebbero a suon di "piume, di giarrettiere e di trampoli", di " accoppiamenti nei giardini condominiali e negli androni dei palazzi", di " tappeti di condom usati e fazzolettini" nelle vie dove si pratica lo shopping di lusso e in quelle dove sorgono  ville. Uno spettacolo definito "squallido, degradante, osceno".
Di qui l'idea di ghettizzare le prostitute, collocandole appunto fuori dalla scena. Si vorrebbero rimuovere dallo sguardo dei cittadini benestanti  soggetti che vengono percepiti come "impuri", "contaminanti", (vengono evocati infatti i tappeti di condom e di fazzolettini) "indecorosi", inadatti a frequentare le strade romane del lusso, che appaiono "assediate", "invase" da questi nemici del decoro urbano, diffusori di sporcizia e di germi infestanti, indiscreti e scostumati.
Siamo sicuri che questo sia un modo di affrontare la questione giusto, civile e rispettoso  delle prostitute?

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