[..]
Riti di passaggio, appartenenza al
gruppo, rinforzo dell'identità maschile
La prima
esperienza con una prostituta, per la
maggioranza degli uomini intervistati da Bridget Anderson e da Julia O' Connell
Davidson [1], è stata organizzata da amici o
colleghi. In altri termini, la prima esperienza è più un atto sociale e
pubblico che un atto privato e personale.
Acquistare i
servizi di una prostituta sarebbe in un certo senso un modo per affermare
pubblicamente la propria appartenenza al gruppo maschile.
In Thailandia,
in particolare, questo rito di passaggio è contemporaneamente un rituale
destinato a consolidare i rapporti con gli amici. Esiste un connubio tra la
percezione, da parte degli uomini, della domanda sociale di virilità e la pressione dei pari a
conformarsi a questa domanda. [..] I pari svolgono un ruolo particolarmente
importante nella perpetuazione delle norme relative alla mascolinità.
Questo
effetto risulta amplificato
nell'esercito. Una ricerca scozzese [2] mostra come la metà del 20% degli
uomini intervistati che hanno fatto il servizio militare abbia acquistato
"servizi sessuali" durante questo periodo, spesso per la pressione
dei colleghi. Le donne prostituite potevano anche essere "offerte"
come ricompensa ai graduati.
L'idea che
l'uso delle prostitute permetta agli uomini di esprimere ed affermare
l'identità maschile spiegherebbe perché questo uso sia diffuso nelle condizioni
in cui gli uomini percepiscono la loro mascolinità come un rischio (quando
lavorano in condizioni di intenso sfruttamento) e/o nelle situazioni in cui il predominio sociale della mascolinità aumenta
repentinamente (ad es. durante i conflitti armati) [3]
Variare le esperienze
sessuali ed esercitare il dominio
Da quanto
risulta dallo studio di Monto [4], il prostitutore può essere il marito
insoddisfatto alla ricerca di un po' di rischio ed eccitazione o quello la cui
partner non vuole o non può rispondere ai suoi presunti bisogni, un uomo che
cerca l'opportunità di "offrirsi" molte partner o donne giovani.
La giovinezza è
una caratteristica molto richiesta. Così, a Chicago, dei 113 uomini
intervistati da Bridget Anderson e da
Julia O' Connell Davidson, i tre quarti
preferiscono le venticinquenni o le ragazze di meno di 25 anni e il 22% le
diciottenni o le minorenni [5].
Per le autrici,
questa preferenza è determinata dai fattori socio-culturali (modelli estetici)
e dai media, ma anche dalla possibilità di esercitare più facilmente il dominio
sulla persona prostituita: "E' più facile esercitare il potere su una
donna giovane", confessa candidamente un uomo intervistato da Save the
Children nel 2004 [6]. [...]
La suddivisione delle
donne in due categorie, la costruzione della "puttana"
Spesso gli
uomini dividono le donne in due categorie: quelle che sostengono di
"rispettare" e le "puttane", diverse dalle altre e
disprezzabili.
In numerose
culture, gli uomini sposati chiedono alle prostitute pratiche che sostengono di
non osare chiedere alle loro partner abituali. In genere chiedono sesso orale,
ma anche anale, pratiche sado-masochiste, punizioni corporali [7].
La "mancanza" di
partner
Molti intervistati
invocano la solitudine o la timidezza, il bisogno, la difficoltà ad instaurare
un rapporto con una donna. [8]
Tuttavia, gli
studi mostrano come parecchi clienti non corrispondano affatto al cliché
dell'uomo solo o sessualmente insoddisfatto. L'indagine irlandese Escort Surveys [9] indica come il 61%
dei prostitutori intervistati sia sposato o accoppiato.
Secondo Monto
[10], i clienti sono più inclini degli altri uomini ad affermare di avere avuto
più di una partner sessuale l'anno precedente ( il 56% contro il 19%). Mansson
[11] è giunto alla stessa conclusione.
Dalla ricerca Prostitution and fellatio, effettuata da
Monto nel 2001, [12] risulta che fra i più di 1200 clienti di San Francisco,
Las Vegas e Portland, il 91% ha avuto una o più partner l'anno precedente.
Per Ward,
Mercer e Wellings [13], i prostitutori affermano più spesso degli altri uomini
di avere avuto 10 o più partner sessuali nei cinque anni precedenti.
L'ansia
Le ricercatrici
norvegesi Cecilie Høigård e Liv Finstadt [14] hanno individuato
un gruppo di uomini soli e ansiosi, che incontrano difficoltà a relazionarsi
con le donne. Comprare sesso è allora un modo per evitare di rispondere alle
aspettative delle donne e per evitare di confrontarsi con le proprie
insufficienze o mancanze.
La facilità di un rapporto
senza rischi, senza impegni, senza responsabilità
I rapporti
umani e, quindi, i rapporti con le donne sono complessi e comportano rischi.
[..] Molti
prostitutori sono uomini che rifiutano l'incontro con le donne e si rifugiano
in un mondo che possono controllare grazie alla dazione di denaro. Temono di
non riuscire a soddisfare le aspettative del loro entourage e sono stanchi di
assumersi delle responsabilità. Ricorrono alla prostituzione, la quale non crea legami e non richiede alcun investimento
affettivo.
Ricerca di incontro e di
intimità con una donna o nuova forma di consumo?
Il desiderio di
intimità è il motivo [del ricorso alla
prostituzione] indicato da certi uomini. Alcuni ricercatori ritengono che
questo motivo ne nasconda in realtà altri.
O' Connell
Davidson parla di uomini il cui desiderio sessuale è alimentato dal fatto di
non considerare la persona prostituita come un essere umano, motivo opposto a
quello relativo alla ricerca di
intimità. Ciò che induce il cliente a ricorrere alla prostituzione è l'assenza
di potere della donna, conclude O' Connell Davidson.
Possiamo notare
come un certo numero di prostitutori manifestino desideri contraddittori. Vogliono
poter trattare la donna prostituita come un oggetto a loro disposizione, ma,
nello stesso tempo, vorrebbero che ella esprimesse emozioni e non si mostrasse fredda.
Nel 2006, in un
discorso tenuto al Parlamento europeo, Mansson osservò come i prostitutori parlassero
sovente del sesso come di un prodotto di consumo anziché descriverlo come una manifestazione
di intimità e come una forma di
relazione. Mansson citava un uomo che aveva paragonato il suo ricorso alle
persone prostituite al fatto di recarsi al McDonald's.
Soprattutto su
Internet, gli uomini parlano delle donne come
fossero oggetti. Essi rivelano un immaginario plasmato dalla
pornografia. [Quel che desiderano] è il
ripristino del loro potere e del controllo nelle relazioni.
La prostituzione come
"bastione dell'ordine tradizionale"
Il ricorso alle
persone prostituite sarebbe, per un certo numero di uomini, un mezzo per ripristinare
il tradizionale dominio maschile e per ottenere la sottomissione delle donne.
Tale ricorso controbilancerebbe i mutamenti intervenuti nei rapporti di genere,
soprattutto nel mondo occidentale, e agirebbe come compensazione del relativo
ridimensionamento del potere sociale e sessuale maschile. [15]
Joe Parker,
direttore della clinica Lola Green Foundation di Portland (Oregon), dice di
ricevere alla John's School (programma di formazione destinato ai
"clienti" arrestati) una maggioranza di uomini sposati, perfettamente
integrati, e pensa che la loro principale motivazione ad essere
"clienti" sia la mancanza di rispetto e di volontà di rispettare le donne. Quello che
vogliono, è il potere. [16]
La stessa
interpretazione è offerta da Mac Leod e colleghi [17]: il prostitutore vuole
una donna che dimentichi i propri desideri, le proprie esigenze e i propri
sentimenti.
Fin dagli anni
Ottanta, gli studi di Mansson hanno rivelato, al di là dell'apparenza sovversiva,
l'esistenza di un sistema fortemente conservatore. Il mondo della prostituzione
costituisce, dice Mannson, uno spazio omosociale libero dalle esigenze di
uguaglianza delle donne. Nel momento in cui molte di loro non accettano più di
essere dominate sessualmente dagli uomini, coloro che non sono in grado di accettare
questi cambiamenti trovano nella prostituzione un mondo che ristabilisce il
vecchio ordine.
Rigurgiti razzisti o
colonialisti
Nel turismo
sessuale e nella tratta, questo desiderio di esercitare il dominio può
collegarsi agli stereotipi riguardanti le donne appartenenti a certi gruppi
etnici.
Anderson e
Davidson [18] istituiscono un rapporto
tra ideologia della virilità, razzismo e nazionalismo, un rapporto che incoraggia gli uomini a
praticare forme sessuali di violenza o di sfruttamento di persone originarie di
altre nazioni o appartenenti ad altri
gruppi etnici ritenuti inferiori.
I discorsi
razzisti e/o nazionalisti, esotizzanti o denigranti, sono ampiamente utilizzati
per costruire i gruppi etnici come oggetti del desiderio sessuale.
Si aggiunga il
fatto che il ricorso sessuale a persone
non provenienti dal mondo occidentale è poco costoso.
Che ruolo svolge Internet
nel ricorso alla prostituzione?
La
prostituzione è presentata in rete come un divertimento e come un prodotto di
consumo.
Il corpo delle
persone prostituite è classificato secondo criteri come le misure, la
nazionalità, l'etnia, l'orientamento sessuale ecc.
I prostitutori
si scambiano i nomi delle prostitute, ne commentano le prestazioni o esprimono
lamentele e richieste.
Il Consiglio
d'Europa [19] constata come l'anonimato consenta loro di confessare qualsiasi
tipo di perversione, sicuri di non essere scoperti.
Secondo il 58%
degli uomini intervistati in Irlanda, l'esistenza dei siti web di escort li
invoglia a ricorrervi più
frequentemente.
Internet ha
permesso di creare uno spazio omosociale libero dalla sanzione sociale. [20]
Gli uomini si sentono legittimati ad agire in un determinato modo
dall'appartenenza ad una comunità.
Il consumo di pornografia
influenza il ricorso alla prostituzione?
Per Monto [21],
il consumo di pornografia è più diffuso tra i clienti che fra il resto della
popolazione maschile. Già nel 1999, egli osservava come i prostitutori, l'anno
precedente il loro ricorso alla prostituzione, avessero consumato il doppio di
immagini pornografiche rispetto agli
altri uomini.
Una ricerca
scozzese [22] istituisce anch'essa un significativo legame fra consumo di
pornografia e ricorso alla prostituzione.
Aggiungiamo che
la nostra osservazione sul campo dimostra che l'uso della pornografia influisce
sulle pratiche richieste.
[..] I rapporti
di genere presentati nella pornografia contribuiscono a diffondere l'idea che
le donne siano oggetti sessuali che si possono consumare. Esiste un legame tra
la costruzione sociale della maschilità egemonica e il consumo di pornografia.
NOTE
[1] B. Anderson et
J. O’Connell Davidson, "Is Trafficking in Human Beings Demand
Driven ? A Multi-Country Pilot Study", Migration Research Series,
n°15, OIM, 2003.
[2] L. Anderson,
M. Farley, J. Golding et J. Macleod, Challenging Men’s Demand for
Prostitution in Scotland. A Research Report Based on 110 Interviews with Men
Who Bought Women in Prostitution, Women’s Support Project, 2008.
[3] B. Anderson et
J. O’Connell Davidson, Trafficking, a Demand Led Problem ?,
University of Nottingham, Save the Children, Svezia, 2004.
[4] M. A.
Monto, Why Men Seek out Prostitute,
in R. Weitzer (Ed.), Sex for Sale : Prostitution, Pornography and the
Sex Industry, Routledge, Londra, 2000.
[9] Studio citato
in P. Kelleher et M. O’Connor, Globalisation, Sex Trafficking &
Prostitution, the Experiences of Migrant Women in Ireland, Immigrant
Council of Ireland, 2009.
[11] S.-A. Mansson,
Commercial Sexuality in Sex
in Sweden : on the Swedish Sexual Life, B. Lewin, National Institute
of Public Health, Stockholm, 1998.
[13] C.H. Mercer,
H. Ward, K. Wellings, Who Pays for
Sex ? An Analysis of the Increasing Prevalence of Female Commercial Sex
Contacts among Men in Britain, Sexually Transmitted infections, dicembre 2005.
[15] J. O’Connell
Davidson, The Sex Tourist, the
Expatriate, his ex-Wife and her "Other" : the Politics of Loss,
Difference and Desire, Sexualities, vol. 4, numero 1, 2001, e S.-A. Mansson, op. cit., mars 2003.
[19] A. P. Sykiotou, Traite
des êtres humains : recrutement par Internet. L’usage abusif d’Internet
pour le recrutement des victimes de la traite des êtres humains, COE, 2007.
[21] M. A.
Monto et N. McRee, A Comparison of the
Male Customers of Female Street Prostitutes with National Samples of Men,
International Journal of Offender Therapy and Comparative Criminology,
XX(X), 2005.
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