venerdì 20 giugno 2014

Appello delle sopravvissute alla prostituzione al Presidente del Consiglio


quattro ex prostitute offrono la loro testimonianza ed invitano il Senato ad assumere decisioni rapide. Chiedono infatti l'iscrizione all'ordine del giorno di questo ramo del Parlamento della proposta di legge che rafforza la lotta contro il sistema prostituente, adottata dai deputati il 4 dicembre.
 
Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,
Noi, sopravvissute alla prostituzione, abbiamo deciso di uscire dalla vergogna e dal silenzio. Ed eccoci considerate dappertutto, anche nelle nostre piccole città, grazie al fatto di aver compiuto questo difficilissimo passo, le depositarie di una parola che finalmente può esprimersi liberamente. E' a noi che donne, uomini, sempre più giovani, confidano ciò che non possono dire a nessuno: come un ufficiale giudiziario, la depressione, la perdita del lavoro, le violenze del partner o una rete di prosseneti li abbiano costretti a prostituirsi. Come non lanciare l'allarme su questo aspetto invisibile della crisi?
Queste donne e questi uomini affermano: la prostituzione non è un film. E' vita trascorsa a subire, a soffrire e a tacere. Ad assoggettarsi. A nascondersi e a mentire. E' paura che ti stringe e ti afferra lo stomaco. Ne uscirò vivo/a?
E' il disprezzo di chi ci paga: le sue pulsioni, le sue esigenze, le sue perversioni. L'alcool per sopportare questa vita, la coca: tutto ciò che può far dimenticare. L'intimità violata, l'espropriazione del corpo, la salute distrutta. L'isolamento e i tanti ostacoli da superare per tornare in un mondo in cui non sappiamo più vivere.
Oggi vogliamo parlare a nome di tutte quelle persone che si sentono soffocate, inibite dalla vergogna o dalla paura, e che aspettano di trovare una via d'uscita a questa esistenza senza futuro, a questi giorni senza gioia.
Nessuna donna, nessun uomo dovrebbe più essere condannato a prostituirsi; né dovrebbe più essere stigmatizzato tutta la vita per aver esercitato la prostituzione.
Fare questo passo verso una maggiore civiltà, libertà e uguaglianza, verso un maggior rispetto dei diritti umani sarebbe un onore per il Governo e per i parlamentari francesi. Vi chiediamo solennemente di iscrivere all'ordine del giorno del Senato e di votare immediatamente la legge che darebbe finalmente il diritto ad un futuro diverso alle molte fra di noi che vi aspirano.
Laurence Noëlle, Rosen Hicher, Carole, Marie-Ange
 
 
"Per poter ricostruire la mia vita, ho dovuto tacere per più di 20 anni. Sono sopravvissuta all'inferno dei marciapiedi di via Saint Denis. Oggi mi ritengo una resiliente della prostituzione. Poiché ho potuto fare di questa esperienza di vita una ragione di forza, voglio battermi perché la società muti il proprio modo di vedere le persone che sono ancora disprezzate, rifiutate, accusate di tutti i mali: perché esse possano finalmente parlare senza vergogna e uscire dalla prostituzione in modo dignitoso.
Laurence Noëlle
 
 
"Se all'epoca ci fosse stata una legge che avesse vietato l'acquisto di atti sessuali, non mi sarei prostituita per 22 anni: 22 anni buttati via, 22 anni che non posso più recuperare. Oggi chiedo ai parlamentari di predisporre misure di prevenzione, affinché le ragazze non cadano più nella prostituzione; ma anche di aiutarle ad uscirne e chiedo di fornire alle psicologhe una formazione che consenta loro di liberare la parola delle donne".
Rosen Hicher
 
 
" Me ne sto rintanata in casa. Ho paura di tutto. Di presentare domanda per un posto di lavoro, di andare dal medico, di recarmi alla Sécurité Sociale (n.d.t ente che eroga le pensioni)... Tutte le violenze che ho subito, la reclusione nei bordelli per tre anni, tutto ciò ammorba la mia vita. E' necessario che la legge sanzioni i clienti che ricorrono alla prostituzione. Il denaro non ripaga il rapporto sessuale. Si tratta di uno stupro. Il denaro non lo risarcisce. Anche il cliente più corretto mi ha fatto subire ciò che è intollerabile."
Carole
 
 
" Ho l'impressione di avere un'etichetta stampata in fronte con la parola "prostituta" e mi vergogno. In Prefettura, ho chiesto il rilascio di un permesso di soggiorno della durata di 10 anni. Ma l'impiegato mi ha posto delle domande sulle precedenti attività svolte e c'erano tantissime persone dietro di me. Non sono stata in grado di rispondere, così non ho osato chiedere il rilascio del permesso di soggiorno. Anche dopo tanti anni, rimane tutto così difficile!"
Marie-Ange


 
 
 

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