quattro ex prostitute offrono la loro testimonianza ed
invitano il Senato ad assumere decisioni rapide. Chiedono infatti l'iscrizione
all'ordine del giorno di questo ramo del Parlamento della proposta di legge che
rafforza la lotta contro il sistema prostituente, adottata dai deputati il 4
dicembre.
Signor Presidente del
Consiglio dei Ministri,
Noi, sopravvissute alla
prostituzione, abbiamo deciso di uscire dalla vergogna e dal silenzio. Ed
eccoci considerate dappertutto, anche nelle nostre piccole città, grazie al
fatto di aver compiuto questo difficilissimo passo, le depositarie di una
parola che finalmente può esprimersi liberamente. E' a noi che donne, uomini,
sempre più giovani, confidano ciò che non possono dire a nessuno: come un
ufficiale giudiziario, la depressione, la perdita del lavoro, le violenze del
partner o una rete di prosseneti li abbiano costretti a prostituirsi. Come non
lanciare l'allarme su questo aspetto invisibile della crisi?
Queste donne e questi uomini
affermano: la prostituzione non è un film. E' vita trascorsa a subire, a
soffrire e a tacere. Ad assoggettarsi. A nascondersi e a mentire. E' paura che
ti stringe e ti afferra lo stomaco. Ne uscirò vivo/a?
E' il disprezzo di chi ci
paga: le sue pulsioni, le sue esigenze, le sue perversioni. L'alcool per
sopportare questa vita, la coca: tutto ciò che può far dimenticare. L'intimità
violata, l'espropriazione del corpo, la salute distrutta. L'isolamento e i
tanti ostacoli da superare per tornare in un mondo in cui non sappiamo più
vivere.
Oggi vogliamo parlare a nome
di tutte quelle persone che si sentono soffocate, inibite dalla vergogna o
dalla paura, e che aspettano di trovare una via d'uscita a questa esistenza
senza futuro, a questi giorni senza gioia.
Nessuna donna, nessun uomo
dovrebbe più essere condannato a prostituirsi; né dovrebbe più essere
stigmatizzato tutta la vita per aver esercitato la prostituzione.
Fare questo passo verso una
maggiore civiltà, libertà e uguaglianza, verso un maggior rispetto dei diritti
umani sarebbe un onore per il Governo e per i parlamentari francesi. Vi
chiediamo solennemente di iscrivere all'ordine del giorno del Senato e di
votare immediatamente la legge che darebbe finalmente il diritto ad un futuro
diverso alle molte fra di noi che vi aspirano.
Laurence Noëlle, Rosen Hicher, Carole, Marie-Ange
"Per poter ricostruire la mia vita, ho dovuto
tacere per più di 20 anni. Sono sopravvissuta all'inferno dei marciapiedi di
via Saint Denis. Oggi mi ritengo una resiliente della prostituzione. Poiché ho
potuto fare di questa esperienza di vita una ragione di forza, voglio battermi
perché la società muti il proprio modo di vedere le persone che sono ancora
disprezzate, rifiutate, accusate di tutti i mali: perché esse possano
finalmente parlare senza vergogna e uscire dalla prostituzione in modo
dignitoso.
Laurence Noëlle
"Se all'epoca ci fosse stata una legge che avesse
vietato l'acquisto di atti sessuali, non mi sarei prostituita per 22 anni: 22
anni buttati via, 22 anni che non posso più recuperare. Oggi chiedo ai
parlamentari di predisporre misure di prevenzione, affinché le ragazze non
cadano più nella prostituzione; ma anche di aiutarle ad uscirne e chiedo di
fornire alle psicologhe una formazione che consenta loro di liberare la parola
delle donne".
Rosen Hicher
" Me ne sto rintanata in casa. Ho paura di tutto.
Di presentare domanda per un posto di lavoro, di andare dal medico, di recarmi
alla Sécurité Sociale (n.d.t ente che eroga le pensioni)... Tutte le violenze
che ho subito, la reclusione nei bordelli per tre anni, tutto ciò ammorba la
mia vita. E' necessario che la legge sanzioni i clienti che ricorrono alla
prostituzione. Il denaro non ripaga il rapporto sessuale. Si tratta di uno
stupro. Il denaro non lo risarcisce. Anche il cliente più corretto mi ha fatto subire
ciò che è intollerabile."
Carole
" Ho l'impressione di avere un'etichetta stampata
in fronte con la parola "prostituta" e mi vergogno. In Prefettura, ho
chiesto il rilascio di un permesso di soggiorno della durata di 10 anni. Ma
l'impiegato mi ha posto delle domande sulle precedenti attività svolte e
c'erano tantissime persone dietro di me. Non sono stata in grado di rispondere,
così non ho osato chiedere il rilascio del permesso di soggiorno. Anche dopo
tanti anni, rimane tutto così difficile!"
Marie-Ange
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