mercoledì 28 maggio 2014

Qualche strumento e qualche cifra utile per comprendere con maggior chiarezza cosa sia la prostituzione




 

Dott. Muriel Salmona

Psichiatra-Psicotraumatologa

Scrivo questo articolo in risposta alle persone favorevoli alla prostituzione che si presentano come garanti della libertà e del progresso e che presentano noi associazioni abolizioniste come gruppuscoli retrogradi, reazionari, obnubilati dal moralismo e dalla volontà di controllare la vita sessuale degli altri.

[...]

Ora, la prostituzione si fa beffe dei diritti all'uguaglianza, alla sicurezza e alla salute delle persone che la praticano. La mia esperienza e competenza di professionista della salute che si prende cura da più di 20 anni delle persone che sono o che sono state nella condizione della prostituzione, così come numerosi studi medici internazionali sull'impatto della prostituzione sulla salute mostrano che:

- la prostituzione non è soltanto un attentato alla dignità delle persone e una discriminazione sessista, ma anche un attentato ai diritti di vivere in sicurezza (senza subire violenze) delle persone in condizione di prostituzione, un attentato al loro diritto alla salute e all'accesso a cure appropriate da parte di professionisti formati e competenti (la prostituzione rappresenta una perdita importante di opportunità di cura).

- La prostituzione è traumatica per le persone che la praticano, è all'origine di importanti disturbi psicotraumatici diagnosticati tra il 60% e l'80% di loro, produce pesanti conseguenze sulla loro salute fisica, psichica e sessuale, le obbliga, senza poter ricorrere a cure appropriate, a dover convivere con una memoria traumatica che fa loro rivivere gli eventi più traumatici e a ricorrere a meccanismi di difesa e a  dispendiose strategie di sopravvivenza che le anestetizzano e che attivano e mantengono processi di dissociazione e di decorporalizzazione: dissociazione psichica tra la personalità pubblica della prostituta e la personalità privata della persona prostituita, dissociazione fisica con disturbi della sensibilità corporea e sensoriale: ipoestesia, abolizione della sensibilità, elevata soglia di tolleranza del dolore.

- Questi  traumi sono dovuti alle ripetute violenze che subiscono le persone prostituite (e i disturbi psicotraumatici sono normali risposte legate all'attivazione di meccanismi neuro-biologici di difesa in caso di stress estremi e di attacchi cardiaci e neurologici provocati dalle violenze). Queste violenze sono onnipresenti: violenza della stessa condizione prostitutiva, violenze  alle quali sono esposte le persone prostituite, violenze precedenti l'entrata nella condizione di prostituzione, notevole rischio di subire nuove violenze dopo l'uscita dalla condizione di prostituzione.

 

Violenza della condizione prostitutiva

La condizione della prostituzione reifica le persone prostituite e trasforma il loro corpo in merce. Essa produce il disconoscimento della loro personalità, la negazione dei loro desideri, l'indifferenza alla loro identità (sono intercambiabili), l'assimilazione a oggetti sessuali "usabili". Essa fa subire alle persone prostituite umiliazioni e ingiurie (riassumendo, tutto ciò che costituisce l'unicità di una persona viene negato e deve sparire a vantaggio di un rapporto strettamente commerciale). A somiglianza della pornografia, la prostituzione permette ai clienti prostitutori di attivare l'erotizzazione dell'odio, della violenza e dell'umiliazione delle donne.

Non solo. [..] Vi è l'impossibilità dei clienti prostitutori di sapere se la persona prostituita sia vittima di reti di trafficanti [...]

 

Violenza durante l'esercizio della prostituzione

La condizione della prostituzione espone le persone prostituite a numerose violenze.

Il 73% delle persone prostituite ha subito violenze fisiche (dai clienti e dai prosseneti), il 57%% stupri, il 64% minacce  a mano armata, il 75% è stata senza fissa dimora in un periodo del proprio percorso di vita, l'89% vorrebbe uscire dalla prostituzione (Melissa Farley, 2003)

Uno studio prospettico effettuato da John J. Potterat nel 2003 negli USA relativo a 1969 donne ed esteso ad un arco temporale di 33 anni ha dimostrato che le persone prostituite presentano un tasso di mortalità elevatissimo: 459 decessi rispetto ad una media di 5,9 ogni 100.000 abitanti. L'età media del trapasso è di 34 anni. Le cause della mortalità sono: omicidio, overdose, incidenti, abuso di alcool. La prostituzione è l'attività che comporta il più elevato rischio di morte per assassinio ad opera dei clienti o degli sfruttatori: 204 casi ogni 100.000 abitanti rispetto ad una media di 29 per gli uomini e di 4 per le donne.

 

Violenze prima dell'ingresso nella condizione di prostituzione

Ritroviamo in tutti gli studi sulle persone in condizioni di prostituzione un vissuto di violenze subite soprattutto nell'infanzia: maltrattamenti (59%), aggressioni sessuali (dal 55% al 90%) La maggioranza delle persone fa il suo ingresso nella prostituzione prima di aver compiuto i 18 anni (in media a 13-14 anni).

Il tasso di violenze sessuali subite dalle persone prostituite prima del loro ingresso nella prostituzione è estremamente rilevante e il rapporto tra violenze sessuali subite nell'infanzia e ingresso nella prostituzione è evidente:

- nel 1978 a San Francisco negli Stati Uniti, uno studio mostra che l'80% delle persone prostituite intervistate sono state vittime di violenze sessuali: il 37% di incesti, il 33% di abusi sessuali, il 60% di stupri,

- nel 1981 negli Stati Uniti uno studio su 200 persone prostituite mostra come il 60% di loro sia stata abusata sessualmente ad un'età inferiore ai 10 anni,

- nel 1986 negli Stati Uniti uno studio mostra che dal 60% al 65% delle persone prostituite intervistate hanno subito violenze sessuali,

- nel 2003 uno studio di Melissa Farley (in 9 Paesi su 854 persone prostituite) ha mostrato come il 63% delle prostitute sia stata abusata sessualmente nell'infanzia,

- nel 2008 uno studio australiano mostra che il 75% delle persone prostituite hanno subito violenze sessuali prima del compimento del sedicesimo anno di età,

- nel marzo 2010 il Collectiv féministe contre le viol (Collettivo femminista contro lo stupro) in uno studio su 187 chiamate ricevute dal 1998 al 2007 da persone prostituite, ha mostrato che tutte avevano subito aggressioni sessuali prima di essere esposte alla prostituzione. Sono stati indicati 402 aggressori, con una media di 2,15 aggressori per ciascuna vittima.

 

4. Violenze dopo l'uscita dalla condizione della prostituzione

L'OMS nel 2010  ha dichiarato che il principale rischio di essere vittima di violenza è di aver già subito delle violenze.

 

Queste cifre impressionanti mostrano che l'ingresso nella situazione della prostituzione è una conseguenza frequente delle violenze subite nell'infanzia, particolarmente delle violenze sessuali. Queste violenze, molto spesso non identificate, (con vittime che sono abbandonate alla loro sorte, senza protezione, né presa in carico, alle prese con l'obbligo del silenzio) sono all'origine di attacchi alla loro dignità (il o gli aggressori  fanno capire che il corpo non appartiene agli aggrediti, che essi hanno il potere di negarli e di ridurli ad oggetti sessuali che si possono torturare per il proprio piacere), di fughe e di uscite precoci da casa per sfuggire all'ambiente famigliare maltrattante (situazioni a rischio e precarie che le mettono in pericolo) e di importanti disturbi psicotraumatici con una memoria traumatica delle violenze che colonizzerà in seguito la loro mente, trasformando la loro vita in inferno, facendo loro rivivere gli orrori e le sofferenze delle aggressioni sessuali, le rappresentazioni pornografiche del loro o dei loro aggressori, le loro parole oscene e degradanti, così come lo stato di eccitazione e di godimento perverso degli aggressori.

Questa memoria dei traumi farà sì che a ogni evento che ricordi le violenze subite o a ogni stress importante, il loro campo psichico sarà invaso dalle scene delle violenze sessuali, dalle frasi pronunciate dagli aggressori: "sei soltanto una sgualdrina, una puttana", "non sai far altro", "ti piace", dai comportamenti sprezzanti e umilianti degli aggressori ecc.  Questa colonizzazione della mente occupata dal ricordo delle violenze e degli aggressori le rende vulnerabili e può far loro credere di non valere niente e di meritare ciò che è loro inflitto, di essere colpevoli e di dover essere punite, di poter sopportare l'insopportabile, se non addirittura di "amare" la degradazione sessuale, di "goderne". Ciò è naturalmente falso, è una manipolazione degli aggressori e una conseguenza della memoria traumatica delle aggressioni (le scene, l'eccitazione, il godimento che occupano la loro mente non sono i propri, ma quelli degli aggressori). Le reminiscenze delle violenze sessuali possono essere scambiate per "fantasie" di stupro, le reminiscenze delle frasi che le trattano da "puttane" e i ricordi delle violenze sessuali ad opera di diversi aggressori possono essere scambiate per "fantasie" di prostituzione, ma in effetti non sono produzioni della loro immaginazione, bensì intrusioni originate dalle violenze che turbano la loro sessualità e che le riempiono di dubbi  sul proprio io.

Questa vulnerabilità è rafforzata dalle strategie di sopravvivenza dissociative attivate dai meccanismi neuro-biologici nel momento in cui si subiscono le violenze (il solo mezzo per anestetizzarsi e per sfuggire ad un dolore e ad uno stress estremo che rappresentano rischi per la propria vita) e dalle condotte dissociative (condotte a rischio, dipendenze) per sfuggire alla memoria traumatica di queste violenze. Queste strategie di sopravvivenza producono anestesia emotiva e fisica e decorporalizzazione.

Questo complesso di effetti delle violenze sessuali subite nell'infanzia rappresenta un importante fattore di rischio di finire nelle reti di predatori sfruttatori della prostituzione che approfitteranno della vulnerabilità di queste persone vittime, ma rappresenta anche un fattore di rischio di entrata nella prostituzione per il disprezzo di sé, per la tendenza a riprodurre la condizione di schiava sessuale e per la presenza dei disturbi psicotraumatici (memoria traumatica e condotte dissociative).

Non solo. Numerosi studi internazionali recenti hanno dimostrato che aver subito violenze, soprattutto nell'infanzia, è un fattore che influirà in modo determinante sulla salute degli adulti.

E' dunque essenziale, per evitare queste conseguenze, difendere le persone in condizione di prostituzione da qualsiasi violenza, lottando contro il sistema prostituente.

E' essenziale fornire loro informazioni sulle conseguenze della prostituzione sulla salute, offrire cure appropriate e aiutarle a reinserirsi, proponendo alternative alla prostituzione.

La prevenzione passa per l'individuazione delle violenze sessuali subite dai bambini (la maggioranza delle violenze sessuali sono subite dai minori), per la protezione delle vittime,  il loro accesso alla giustizia, al risarcimento dei danni e a cure specializzate (formazione dei professionisti della salute, apertura di centri di cura specifici gratuiti e distribuiti su tutto il territorio).

 

 

 

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